LANGUORI DI PRIMAVERA..................


La primavera è la stagione dei risvegli amorosi, anche di vecchie passioni messe  un po’ in disparte. Insomma, come ogni inizio stagione mi prende quel languore da Bassfishing, che da tanti anni cerco di togliermi di dosso, ma come un male incurabile è sempre dentro di me, in agguato.
Sarà perchè è il periodo delle catture degli esemplari più belli o forse perchè mi piace trascorrere in riva ad un fiume o ad una cava le prime calde giornate, fatto sta che ogni primavera mi prenda questa malattia del pescione verde.
E’così che, dopo qualche timida uscita con scarsi risultati, accetto l'invito di un caro amico a passare qualche ora di pesca con lui. Approfitto dell'occasione per conoscere la sua bellissima famiglia e la sua futura sposa; insomma unisco l'utile al dilettevole e accetto volentieri.
Abituato ormai ad uno spinning più "salato" - in un primo momento ho fatto un po’ fatica a leggere la situazione e l'acqua. Non vi nascondo che ero un po pensieroso. Cercavo la soluzione giusta, o meglio cercavo di capire dove stazionavano i bass. Non è stato facile perché comunque era un posto nuovo.  Ho dovuto sperimentare diverse tecniche prima di avere qualche risultato, ma, come dice il proverbio “chi la dura la vince”.
All’inizio tento con il classico Jig e gambero flippato nel sotto riva a ridosso di arbusti e alberi. Cercavo la mangiata poderosa che mi facesse intuire che stavo pescando nella maniera giusta, ma purtroppo solo un pesciotto è venuto a farmi compagnia; forse era giunto il momento di cambiare strategia.

Pesca di reazione: dapprima con un jerk di ridotte dimensioni (Molix Finder 110) lanciato in prossimità di una sponda rocciosa, la prima a scaldarsi, ma purtroppo anche questa scelta non ha portato i frutti desiderati.
Mi sposto in una zona meno profonda e con acqua più limacciosa. Noto che a circa una ventina di metri ci sono degli isolotti di canneto. Così frugo nella mia borsa in cerca di quell'esca rossa che già in passato mi aveva dato qualche bella cattura. Quella pesante il giusto  in modo da poterla "sparare" lontano. Quella con quelle vibrazioni efficaci in condizioni di acqua limacciosa.  Cercavo il mio MOLIX lipless nella colorazione MAD CRAW.
Mi piace sentire il vibrare di questo tipo di esche in canna e mi piace sentire il suono che emette grazie alle sfere in Tungsteno alloggiate nella scocca in ABS; un'esca che anche in acque salate sa regalare catture meravigliose e da me tanto amate: le spigole.
Vi chiederete se ha funzionato o meno quest'esca e questa tecnica? Devo dire che l'intuizione è stata azzeccata. Probabilmente i pesci erano entrati in attività e l'utilizzo di un esca che li stimolasse ha finalmente portato a delle catture degne di una bella foto ricordo.
Ero e sono particolarmente contento di esser riuscito a catturare ancora qualche bel pescione verde. Sono passati tanti anni dal mio primo bass e tanti anni passati in giro per il mondo a pescarlo, ma qualcosa ancora mi ricordo! beh dai, non tiriamocela troppo!
La mattinata passa veloce e - come da tradizione veneta - la pescata finisce in un classico bar a bere Spriz e a mangiare le delizie locali: polpette, uova sode e chi più ne ha più ne metta.
Alla prossima e grazie a chi continua a seguirci. Siete sempre più numerosi.
MARCO PASQUATO
SPINNING PASSION STAFF


SILICONICI PER LO SPINNING OFFSHORE AI GRANDI PREDATORI....................

Negli ultimi anni la pesca con le soft bait in mare ha subito un evoluzione incredibile, dove fino a qualche tempo fà quest'ultime venivano utilizzate quasi esclusivamente per la spigola, ora  trovano sempre più spazio per ogni forma di spinning salato compreso quello ai grossi predatori come il tonno.
La loro grande versatilità e  la facilità d'uso sono tra le grandi caratteristiche che fanno delle esche siliconiche una categoria di artificiali che  non possono  e non devono mancare nella tackle box dello spinner moderno.
In qualche mio precedente post avevo già affrontato l'argomento parlando della pesca al sugarello con i siliconici, ora invece volevo affrontare l'argomento parlandovi di un utilizzo diverso, sotto certi punti di vista più impegnativo, ma di sicuro ricco di emozioni , ovvero la pesca in offshore ai grandi predatori e in questo caso al signore incontrastato del mediterraneo  il tonno rosso.
Inanzi tutto quali sono le particolarità che ci spingono ad utilizzare  un esca siliconica a scapito di altre tipologie di esche rigide, sicuramente la loro  possibilità ad essere utilizzate a diverse profondità e un fattore da non sottovalutare. Solitamente le soft bait vengono montate su generose jig head di svariati grammi che aiutano la nostra esca a volare sicuramente lontano , ma allo stesso modo riescono ad affondare più o meno velocemente in profondità. Queste indiscusse peculiarità ci permettono di sondare più stati d'acqua durante la fase di pesca e  ricercare il predatore in strati d'acqua difficilmente raggiungibili con un classico stick bait, mi viene in mente uno dei tante situazioni dove l'utilizzo della "gomma" ha dato una svolta alla giornata.

Le caratteristiche mangianze che ci permettono di individuare la presenza del tonno , solitamente non durano in eterno e se si perdono attimi preziosi la possibilità di cattura si riduce, ecco che a mangianza finita i nostri cari amici pinnuti di sicuro non si allontaneranno di molto ma solitamente affonderanno di qualche metro rimanendo nelle vicinanze, ecco questo e il momento giusto di lanciare il nostro siliconico e farlo affondare per poi recuperarlo più o meno in maniera veloce, in diverse situazioni del genere questo stratagemma ha portato al risultato desiderato ovvero all'abboccata....
Altra grande caratteristica che amo delle soft bait e la possibilità di adottare svariati tipi di recupero senza perdere mobilità dell'esca e potere attrattivo, mi viene in mente un altro utilizzo che ha dato parecchie soddisfazioni qui in alto Adriatico ed e quello di lanciare la nostra esca nel bel mezzo della  mangianza e una volta fatta affondare qualche metro la si recupera con un classico recupero a "dente di sega" l'esca in fase di caduta sembrerà una preda ferita e in molti casi i tonni in frenesia attaccheranno proprio quest'ultima in fase di caduta....
Come avrete intuito molti sono gli utilizzi e le situazioni che si possono adattare a questa particolare tipologia di esche, ritengo che al giorno d'oggi i siliconici sono la massima espressione dello spinning vuoi per la loro versatilità e potere attrattivo.

Non ho parlato di forme lunghezze peso delle nostre esche , questo perchè ognuno di noi ha le proprie considerazioni e preferenze legate molto spesso al tratto di mare che solitamente si  e soliti frequentare, ma se dovessi scegliere tra le tante proposte che il mercato al giorno d'oggi offre, la mia personale scelta cadrebbe su artificiali non più lunghi dei 6/7 pollici , mentre la grammatura della jig head non scenderebbe al di sotto dei 60 gr in modo da garantirmi una buona gettata, per ultimo ma non per grado di importanza e il fattore colore, una  buona disponibilità di colori basi come il rosa il sardina o colori accesi come l'arancio sono senza ombra di dubbio le mie scelte preferite.
Adesso non ci resta altro che prendere il largo e lanciare le nostre soft bait nel bel mezzo di qualche bella mangiaza.
A presto
MARCO PASQUATO
SPINNING PASSION STAFF