L'UOMO DEL "LIGHT GAME" UBERTO MASSARO..........

Continuano su SPINNING PASSION  le interviste , questa volta e il turno di UBERTO MASSARO da tutti conosciuto come "BARBA", pescatore conosciutissimo nel mondo del light game, una tecnica che negli ultimi anni sta riunendo un gran numero di appassionati.
Un sentito grazie ad Uberto per la disponibilità dimostrata e per la grande passione che ci mette in tutto quello che fa ...
1- CHI E UBERTO MASSARO.
Sono un "giovanotto" di 46 anni e lavoro in un servizio sociale come educatore. Ho iniziato a pescare a circa 8 anni, da allora non mi sono più fermato, ed ora solo il lavoro e la famiglia riescono, giustamente, a distogliermi da questa malattia che spinge, noi uomini d'acqua, a recarci lungo le sponde. Nella mia "carriera" alieutica ho praticato, in vari periodi, molte delle tecniche più comuni in Italia, la pesca al colpo, a fondo, il ledgering, l'inglese, la passata, la pesca in mare dalla barca sia a bolentino che piccola traina, il surf casting, ho fatto anche un paio di uscite a flyfishing, sono stato per un certo periodo garista alla trota sia in torrente che lago, ho uvuto anche un periodo come garista in mare dalla riva. Contemporaneamente a queste tecniche ho sempre praticato anche la pesca a spinning ai predatori maggiormante diffusi in Veneto, luccio, trota fario e marmorata, black bass e cavedano. Negli ultimi 4 anni ho praticato esclusivamente la pesca con le esche artificiali.
 2- COME TI SE AVVICINATO AL LIGHT GAME??
5 anni fa ero alla ricerca di una tecnica che mi permettese di aver ragione dei molti luciperca presenti nelle mie zone, da tempo non frequentavo gli ambienti di ritrovo dei pescatori e leggendo quà e la mi sono invaghito della pesca con le esche siliconiche (che avevo già praticato molti anni prima col bass, ma che avevo lasciato per indirizzarmi verso la trota negli ambienti montani). Non trovando sul mio territorio dei validi spunti in materia di attrezzature ed esche ho cominciato a cercare in rete, ma senza grosse convinzioni, per puro caso sono venuto a contatto con chi mi ha poi trasmesso la passione per il light game, Riccardo Nalin e Mattia Marin (per tutti Tita), alla fine di una pescata a spinning in laghetto privato mi hanno aperto il baule della loro auto mostrandomi tutta una serie di buste contenenti jighead leggerissime ed esche siliconiche di pochi centimetri. In quel momento ho avuto di fronte esattamente ciò che cercavo da tempo, ovvero le attrezzature tipiche del light game. Attrezzature che già erano presenti da qualche tempo in Italia, ma che coinvolgevano ancora una nicchia ristretta di pescatori a spinning. Da quel giorno è nata un'amicizia e una passione sfrenata per questa tecnica ultraleggera, da allora pratico solo questo tipo di pesca, cosa che fino ad ora non mi era mai successa, anche se nel frattempo ho comperato anche canne da spinning medio, posso tranquillamente dire che hanno ancora il celofan attaccato al manico.


3-QUALI SONO GLI AMBIENTI CHE PREDILIGI PER PRATICARE IL LIGHT GAME
pesco prevalentemente nelle piccole acque di pianura del Veneto, i fossi per dirla in parole semplici. Più piccolo è il corso d'acqua e più mi piace, la sfida principale sta nel cercare di insidiare i pesci presenti con l'uso quasi esclusivo delle testine piombate ed esche in gomma, a prescindere dal pesce presente in acqua, sia che si tratti di grufolatori o predatori. Il tutto però non consiste in una pesca casuale utilizzando esche generiche, ma viceversa studiando ed individuando la popolazione ittica presente, per poi cercare di insidiare un pesce specifico, che sia carpa o carassio, cavedano o reale, scardola  o persico sole. Questo perchè nella mia concezione del light game non è importante il pesce, ma la sfida che ci pone, non contano le dimensioni della preda ma le difficoltà che ci si trova davanti, non è una ricerca del "big fish" ma bensi del pesce difficile, in parole povere è più complesso insidiare un comune e ingordo carassio che un astuto cavedano, questo perchè devi convincere un grufolatore a predare un'esca artificiale che sa di tutto tranne che da verme o piccolo crostaceo. Ulteriore sfida che si può incontrare nei fossi è la pesca a vista, in acque fangose e ipertrofiche (sempra un paradosso ma è così), cercando il singolo pesce da tentare con le nostre esche artificiali.
 4-PARLIAMO DI APPROCI INVERNALI, COME AFFRONTI LA STAGIONE FREDDA??
L'inverno è per molti spinningofili la stagione elettiva per il light game, soprattutto perchè i grossi predatori sono molto apatici o addirittura in frega e quindi chiusi. Effettivamente alcuni condizioni la rendono sicuramente più redditizzia delle altre stagioni, soprattutto nei piccoli canali e fossi andando in cerca dei ciprinidi e delle carpe in particolare. I pesci tendono a radunarsi nelle buche più profonde rendendoli più facilmente individuabili, inoltre la mancanza di cibo li rende meno "schizzinosi" nei confronti delle esche artificiali, percepite come possibile fonte di proteine sotto forma di piccoli pesci o crostacei. Aumentano così le opportunità di fare catture multiple nei singoli spot. Generalmente utilizzo esche simimili a quelle abituali dei periodi più caldi, ovvero i piccoli worm dai 2 ai 3 pollici circa, gamberetti e creaturine sui due pollici, grub da un pollice o due, shad da due pollici, prediligendo per tutti le colorazioni naturali tipiche degli organismi che imitano, aggiungendo però anche quelle più chiare come il bianco ed il giallo. Personalmente, comunque, affronto sempre con molta prudenza la stagione fredda, dedicandomi ai grufolatori solo quando le condizioni non siano troppo pregiudizievoli per loro, ovvero evitando le buche troppo affollate di pesci e le giornate troppo rigide, infatti l'utilizzo di esche piccole permette di passare attraverso i branchi di pesce arrecando poco disturbo e originando un alta percentuale di agganci fuori bocca dei pesci, ossia passandoci sopra o di lato noi percepiamo dei colpetti sul cimino o delle lievi trazioni, se le interpretiamo come mangiate siamo portati a ferrare, agganciando pinne e code dei pesci vicini al nostro amo. Inoltre le temperature rigide rischiano di danneggiare l'epidermide e le branchie dei pesci se tenuti troppo all'aria, altri problemi possono essere causati dalle nostre mani calde su epidermidi molto fredde dei pesci. Conseguentemente spesso in inverno mi dedico ai lucioperca, ai persici reali e ai cavedani, prediligendo la pesca con piccoli shad e microjig. Utilizzo molto più spesso esche visibili e potenzialmente irritanti, come appunto i microjig o gomme con colorazioni chiare e fluo, abbandonando per un po le mie tonalità preferite, ossia i colori naturali e le repliche delle livree presenti nel pesce foraggio. Inoltre quando possibile utilizzo dei piccoli spezzoni di cavetto d'acciaio da anteporre alla jighead, in quanto la probabilità di agganciare dei lucciotti sottomisura aumenta esponenzialmente in inverno, ed è meglio non lasciargli fastidiosi ricordi in bocca.


5-INDUBBIAMENTE LA CARPA E UNA DELLE TUE PREDE PREFERITE MA C'E QUALCHE ALTRO PESCE CHE AMI PESCARE?
La carpa è praticamente al centro di buaona parte delle mie uscite a light game, per me essa incarna l'apoteosi della sfida lanciataci dai ciprinidi grufolatori a noil light gamers. Ma ci sono altri due pesci che mi attirano irresistibilmente verso le acque più limpide e pulite delle rogge o dei fiumi del piano, il persico reale ed il cavedano, due meravigliosi predatori autoctoni, aggressivi e voraci, ma tutt'altro che semplici da catturare, soprattutto il cavedano, la sospettosità fatta pesce.
 6- IN CONCLUSIONE  DACCI QUALCHE CONSIGLIO PER  CHI SI VOLESSE AVVICINARE AL LIGHT GAME .
Come tutte le pesche ultraleggere necessita di canne sensibili e che permettano di lanciare esche leggere, con mulnelli di piccola "cilindrata" imbobinati con monofili esili o trecciati dell'ordine dello 0,06 millimetri. Sicuramente ben si adattano molte delle canne da spinning ultraleggero già presenti normalmente sul mercato, personalmente però preferisco utilizzare canne espressamente dedicate a questa pesca o al rock fishing, le quali grazie ai loro cimini sensibili (sia solid tip che tubular tip) permettono di avvertire al meglio le tocche ed avere una maggiore percezione del nuoto delle nostre esche. Oggi il mercato offre buoni prodotti anche a prezzi accessibili alla maggiorparte dei pescatori. Va inoltre precisato che il primo approccio al light game dovrebbe essere fatto con il magior grado di umiltà possibile, in quanto se si cercano le sfide più alte, ovvero quelle con i grufolatori, le probabilità di andare a "cappotto" sono alte e si rende necessaria una buona dose di esperienza fatta sul campo, così da poter individuare le giuste strategie per affrontare le acque che frequentiamo. Viceversa se si ricercano i predatori il rischio è di avere inizialmente una alta percentuale di catture di pesci in fase giovanile, quindi va utilizzata la maggior cautela possibile ne maneggiare quello che a tutti gli effetti è il futuro della pesca, le nuove generazioni di pesci che crescendo ci daranno grandi soddisfazioni.
In chiusura mi sento di dare due ulteriori precisazioni su questa pesca:
1) essa può rivelarsi altamente redditizzia in alcune particolari condizioni, soprattutto dopo che ci abbiamo preso un po la mano, dobbiamo quindi pescare responsabilmante, imparando a fermarci ed eventualmente cmbiando spot quando rischiamo di incocciare in troppi pesci giovani o in condizioni che rischiano di danneggiarli.

2) il luccio NON E' una preda da light game, il settaggio dell'attrezzatura rischia seriamente di mettere in pericolo di vita gli esemplari oltre i 50 cm, soprattutto  a causa del combattimento prolungato che provoca una pericolosa acidosi lattica in questo predatore. Se capita di agganciare esemplari piccoli il problema è molto ridotto, ma non ne giustifica comunque la ricerca come preda specifica. Questo nostro predatore autoctono va tutelato al massimo, è meglio non indirizzarci verso di lui se abbiamo in mano attrezzature troppo leggere.

Ringraziamo Uberto per la disponibilità e vi diamo appuntamento alla prossima intervista, vi posso solo anticipare che sarà un personaggio che proviene dallo spinning salato, di più non posso dirvi, approfitto per ringraziare tutti quelli che seguono il nostro blog e che ci danno la forza di continuare questa avventura.

MARCO PASQUATO
SPINNING PASSION STAFF

SKIRMJAN MSK-S-68M La recensione di LUCA FERUGLIO


La prima volta che la incontrai rimasi piacevolmente sorpreso dalla sua leggerezza e dalla sua reattività, tanto da includerla nella lista degli acquisti"indispensabili" atti ad assecpndare la nostra stupenda passione. Destino volle che pochi giorni dopo, grazie alla fortunata casualità potei conoscerla meglio e quello fu l'inizio di una relazione stabile e duratura che tutt'oggi non presenta segni di cedimento.
Il nome di questa bellezza è MSK-S-68M, si presenta al pubblico in un'elegante veste gialla e nera. Quanto scritto sul grezzo corrisponde alla realtà difatti la canna non è assolutamente sovrastimata; il range di esche utilizzabili, dai 3/16 alla ½ oz, può ampliarsi nel caso di compatti artificiali metallici  arrivando fin quasi all'oncia piena, senza alcun timore in fase di lancio o nel recupero. Per quanto riguarda la lenza abbiamo sempre armato la skirmjan con trecciati dalle 10 alle 15lb ed anche in situazioni gravose non c'è mai stata la sensazione che la canna non avesse abbastanza “schiena”, ammettiamo infatti che sotto trazioni importanti abbiamo cercato più volte di portala al limite ma lei ci ha sempre sorpresi svolgendo alla perfezione il suo lavoro.
Il manico è di lunghezza generosa così da poter assecondare con facilità il peso di qualsiasi mulinello taglia 2500, massimo 3000,  al quale vogliate accoppiarla. Il sistema pescante risulterà quindi sempre bilanciato durante l'azione e pur non garantendoci un maggior numero di catture ci farà apprezzare per l'ennesima volta la leggerezza della canna.
La skirmjan ci ha accompagnato in moltissime battute di pesca, dai torrenti montani ai canali di pianura, dalle lagune salmastre al mare aperto cercando le mangianze di piccoli pelagici; è una canna che ha nella versatilità la sua arma vincente, essendo capace di trasmettervi le tocche di un persico interessato alla vostra gommina saltellante ma anche di smorzare in tranquillità le testate furiose di una spigola che (ve lo auguriamo di cuore) ha aspirato il vostro WTD.

...Una bella cannina, la “giallona... Voi datele fiducia, noi siamo convinti che non vi tradirà.

LUCA FERUGLIO..

UN "RUSSO" A SPINNING....................

A molti sembrerà strano ma a volte nella pesca succedono cose che manco ti aspetti, una di queste risale a qualche anno addietro quando durante una battuta invernale alla ricerca dell'aspio record ecco che viene agganciato il "tremolo Russo" record!!!  un pesce che solitamente si nutre di fitoplancton, ma da una breve ricerca sulla rete non e caso poi raro agganciarne qualcuno a spinning.
Un pesce da un notevole forza che ha messo dura prova il pescatore e l'attrezzatura , ma alla fine dopo un lungo combattimento il pescatore ha vinto e dopo le normali foto di rito l'animale e tornato a nuotare nelle fredde acque del fiume dove è stato preso.
E strano vedere un pesce del genere attaccare un piccolo artificiale, non so se sia stato un caso fortuito oppure un attacco vero e proprio, questo non lo sapremo mai, resta il fatto che il pesce è stato allamato per la bocca e questo fa pensare ad un agguato predatorio....La pesca a volte regala proprio delle stranezze!!
 SPINNING PASSIOIN STAFF